Ecco come Divisione Ricerca e Sviluppo insieme a Divisione Lavori in Fune e Spazi Confinati, hanno effettuato la manutenzione straordinaria della ciminiera dell'ex macello di Piacenza.
L’ex macello di Sant’Anna costituisce la più importante testimonianza di archeologia industriale esistente a Piacenza. Fu costruito tra il 1892 e il 1894 quando lo Stato promulgò la legge che obbligava i comuni con oltre 6.000 abitanti a dotarsi di un macello pubblico. Il nuovo complesso venne considerato uno dei più avanzati dell’epoca e comprendeva la direzione, gli uffici, le stalle, i macelli, i magazzini, le caldaie, accanto alle quali venne eretta anche una ciminiera. Queste costruzioni presentavano murature in mattoni a vista, scandite da lesene verticali e concluse da una copertura a capanna.
Nel 1985 venne sancita la chiusura definitiva dell’impianto e dopo un periodo di abbandono, durante il quale venne utilizzato come deposito, il Comune di Piacenza inserì il macello in un programma di riqualificazione urbana e, una volta ultimato il recupero dell’intero complesso, divenne sede di attività istituzionali/culturali e attuale sede di un distaccamento territoriale del Politecnico di Milano. Quest’anno la ciminiera dell’ex macello, già ricostruita anni addietro a seguito dei danni riportati durante la guerra, è stata sottoposta ad alcune operazioni di manutenzione straordinaria realizzate in parte dai nostri operatori della Divisione Lavori in fune e spazi confinati in collaborazione con i tecnici della Divisione Ricerca e sviluppo, seguendo il progetto definito dalla Direzione Lavori incaricata dalla committenza.
L’intervento dei nostri tecnici che ha reso realtà il progetto
Le lavorazioni, le opere effettuate all’interno della ciminiera e le variazioni apportate in corso d’opera sono state realizzate seguendo il progetto definito dalla Direzione Lavori incaricata dalla committenza. Le operazioni di manutenzione straordinaria hanno avuto inizio con la pulizia del materiale presente all’interno della ciminiera, alla base e lungo tutto il comignolo con conseguente rimozione, disgaggio dei detriti presenti e smaltimento del materiale inerte risultante. Successivamente è stato realizzato un getto in calcestruzzo non armato al fine di fornire una base stabile e uniforme per l’installazione di alcuni micropali da parte dell’azienda incaricata. Sono stati poi posizionati e fissati i sei conci che compongono la piastra inferiore e ogni concio è stato inserito sul rispettivo micropalo precedentemente realizzato e imbullonandoli tra loro è stata conferita rigidità e uniformità alla piastra di base.
Data la presenza di interstizi nella parte sommitale della ciminiera è stato richiesto, da parte della committenza, il consolidamento degli ultimi 7 metri interni del camino. Il rivestimento di rinforzo di tale parte è stato effettuato utilizzando apposita malta armata integrata con rete biassiale in fibra di basalto e microfili di acciaio inox. Consolidata la parte sommitale, è stata posizionata la dima superiore in corrispondenza del “gradino” interno alla torre, su cui successivamente sono stati posati i sei conci che costituiscono la piastra di fissaggio superiore. Al fine di garantire il vincolo tra la piastra realizzata e la ciminiera, la prima è stata fissata nella seconda mediante apposite barre di fissaggio con resina epossidica.
Per creare un vincolo solido tra la muratura e la nuova struttura resistente, all’esterno della ciminiera sono stati eseguiti dodici carotaggi sul corpo del camino mediante l’utilizzo di una PLE. Tramite l’accesso inferiore della ciminiera sono state inserite e giuntate le barre dywidag fino ad arrivare in concomitanza della piastra superiore installata in precedenza e prolungare la nuova struttura resistente per la totalità dell’altezza del camino. All’interno di ogni carotaggio sono state inserite barre filettate necessarie per l’inghisaggio e il tesaggio delle barre dywidag e garantire solidità tra la nuova struttura e le pareti della ciminiera. Le barre filettate inserite sono state ancorate alle barre dywidag mediante appositi manicotti di giunzione e sono state vincolate alla torre mediante l’iniezione di malta idraulica fibrorinforzata a base di calce in aderenza ai corsi di mattoni della struttura della ciminiera. La sommità delle barre dywidag è stata fissata e resa uniforme utilizzando una “corona” di piastre, che permettono di tenere perfettamente in posizione tutte le barre. Completate tutte le installazioni, è avvenuto il tesaggio delle barre dywidag. Al termine delle operazioni, gli elementi strutturali realizzati in carpenteria, e quelli già presenti in loco, sono stati verniciati mediante uno smalto passivante avente funzione di protezione.
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